martedì 14 luglio 2015

Birra in casa al Polo Sud: ricercatore sorpreso e messo alla gogna

Allora, immaginate d'aver coronato un sogno precluso a molti, vale a dire fare un lavoro per il quale avete studiato e che vi piace. Il ricercatore scientifico, per esempio. Ma in un posto magari un "tantino" meno accogliente rispetto a una metropoli o a un luogo di villeggiatura alla moda. L'Antardide, per esempio.

Ora, immaginatevi lì fra ampolle, provette e macchinari vari, fuori un freddo polare (è proprio il caso di dirlo) e praticamente il nulla bianco attorno: altro che due passi fino al pub più vicino... Ah, mettete anche che, magari, di chimica e biologia "qualcosina" ci capite pure.


Nel vostro tempo libero non vi mettereste a fare la birra? E' esattamente quello che ha fatto uno dei 3200 ricercatori che ogni anno lavorano nelle stazioni di ricerca Usa in Antartide. Peccato che sia stato colto in flagrante da un inflessibile ispettore della National Science Foundation, che l'ha sorpreso con una sfilza di birre sotto al tavolo del suo laboratorio.

Apriti cielo. Un peccato capitale tale da "violare la politica del programma contro la presenza di alcol sui luoghi di lavoro". Ridicolo poi il fatto che il blitz sia nato dalla "soffiata" di un collega ricercatore precario, che evidentemente rosicava... 

Ad ogni modo dall'Nsf l'hanno messa giù dura, stigmatizzando la gestione "lassista" nelle basi di ricerca Usa al Polo Sud: "Test con l'etilometro sono raramente somministrati per determinare se i dipendenti sono intossicati. Il consumo di alcol è in grado di creare un comportamento imprevedibile, che porta a scontri e atti osceni". Praticamente laboratori di ricerca antartici come nel film "Animal House", insomma... ma per piacere.

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