giovedì 14 maggio 2015

Da Unionbirrai e microbirrificio Elav due stoccate al colosso Heineken

Distano l'uno dall'altro meno di due chilometri. Solo che uno è "solo" - ancorché conosciuto nel mondo delle artigianali - un (micro)birrificio indipendente, mentre l'altro è lo stabilimento di punta in Italia di un colosso multinazionale. Succede a Comun Nuovo, nella piana a Sud di Bergamo: fanno entrambi birra, ma sono "vicini di casa" molto diversi fra loro.

La notizia è che gli "indipendentisti" del birrificio Elav in settimana hanno voluto togliersi la soddisfazione di indirizzare ad Heineken uno sbeffeggio "social" diventato ben presto virale fra gli internauti più attenti del settore. Un'immagine che fa il verso ai confronti all'americana di cinematografica memoria: quattro "soliti sospetti" fra i quali uno spicca nettamente, anche perchè è l'unico non a marchio Elav.


Cioè una bottiglia della serie "Le Regionali" di Birra Moretti (marchio di proprietà di Heineken) fra altre tre del dirimpettaio Elav e, sotto, un messaggio senza complimenti: "Chi fa finta di essere artigianale e invece è multinazionale?". Una canzonatura che ha fatto il giro di Facebook, ma che è stata al contempo abbinata anche a una richiesta d'indulgenza di "benignana" memoria (ricordate il comico toscano in Tuttobenigni durante il monologo su Dio, ribattezzato per l'occasione? "Guido - alzando gli occhi al cielo - si fa per scherzare, eh!", recitava il premio Oscar).


Insomma, "Stiamo solo scherzando eh Heineken!! ...non arrabbiatevi che noi siam piccoli e si gioca. Giocate anche voi, quindi ci si fa su una risata e pace", è quanto Elav ha teso a precisare nella didascalia dell'immagine. Anche se poi dal birrificio non ce l'hanno fatta a trattenere un'ultima stoccata: "Scusate l'influenza dialettale ma noi siamo bergamaschi... non facciamo finta".

Ma questo, per il colosso olandese, non è stato l'unico grattacapo, negli ultimi giorni. Anche Unionbirrai (principale associazione di categoria dei birrifici artigianali italiani) ha diramato una nota per stigmatizzare un servizio televisivo con Moretti protagonista nel quadro dell'appena iniziato Expo. Una lettera di precisazioni alla redazione del TG di Italia Uno "Studio Aperto" dopo la messa in onda di un servizio sulla birra artigianale realizzato interamente all’interno dello stand EXPO di Birra Moretti: "che artigianale non è", è il sottolineato distinguo.


“E’ una delle tante storie – si legge nella nota – in cui una multinazionale, neppure italiana, si approfitta delle nostre eccellenze e della percezione di qualità che all’estero si ha del nostro settore alimentare, per vendere i propri prodotti traendone profitto. Nessuna obiezione se una multinazionale acquista idonei spazi pubblicitari, ma quando è un telegiornale, quindi un organo di informazione super partes, a definire come artigianale il prodotto della multinazionale, allora si va a creare un danno enorme a tutti gli artigiani che duramente si muovono tra gabelle, burocrazia e difficoltà economiche”.

Unionbirrai ha anche invitato i giornalisti di Studio Aperto a partecipare ad un corso di degustazione birraria che si terrà prossimamente a Roma, con lo scopo di fare chiarezza sul significato del termine “artigianale”. Anche se, per dovere di cronaca, c'è da dire che nel servizio "incriminato" non c'è alcun riferimento al termine artigianale, utilizzato invece dalla conduttrice del Tg per introdurlo.

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