venerdì 24 aprile 2015

Moderne? Le birre acide sono le più antiche

Quelle birre lì MODERNE? Ah... a me non piacciono. Le ACIDE, poi... Datemi una CLASSICA LAGER, che va benissimo!”. Alzi la mano l'appassionato di birre che non ha intercettato almeno una volta un'affermazione di questo tipo. 


Eppure è vero semmai il contrario. Le birre acide, o comunque le birre a fermentazione spontanea (processo grazie al quale il mosto prende vita grazie a lieviti - soprattutto i brettanomyces - presenti nell'aria, che si posano sulla superficie per mescolarsi con acqua, cereali, zucchero e luppolo e attivano la metamorfosi degli zuccheri in alcol senza bisogno dell'intervento diretto dell'uomo), sono, infatti, le più antiche in assoluto: affondano le radici nella notte dei tempi, quando del lievito ancora nulla si poteva sapere e quando la birra nasceva da un mix fra alchimia domestica e  casualità.

Ma non è un caso se con etichette evocative come “Mummia”, “Etrusca” e via dicendo si cerca di oggi ripescare dal passato una tradizione millenaria. La birra nasce, infatti, in Mesopotamia ed Egitto, anche se aveva caratteristiche ovviamente molto distanti (LEGGI QUIda quelle delle birre a fermentazione spontanea odierne, come i lambic, o le gose, le ale acide, le berliner weisse, le kriek, le framboise, le geuze.

E una carrellata fra gli stili “acidi” alla scoperta della “più moderna delle birre antiche” (oppure se volete anche della “più antica delle birre moderne”) diffusesi in Belgio da un lievito... inglese (!) - questo il  significato di brettanomyces – sarà al centro della conferenza che il triestino Paolo Erne (per saperne di più su di lui CLICCA QUI) terrà oggi alle 19 alla Fiera della birra artigianale di Santa Lucia di Piave. Sarà anche Un viaggio introspettivo, alla ricerca del lato “acido” che da qualche parte si nasconde dentro di noi e di sensazioni organolettiche sepolte.

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