mercoledì 24 dicembre 2014

Metti una sera un birraio belga nella Bergamasca

Jef Van Den Steen non è solo un famoso esperto mondiale di birra, scrittore e birraio. E' anche un vero e proprio personaggio e un uomo di grande cultura brassicola e contagiosa simpatia. L'Abbazia di Sherwood di Caprino Bergamasco (al crocevia fra terra orobica e Lecchese), invece, non tutti lo sanno, ma è uno dei “templi” in Italia per i cultori della birra di qualità. Mettili insieme e otterrai un formidabile binomio come quello intrecciatosi lo scorso giovedì sera grazie all'esperto brassicolo Andrea Camaschella, che ha portato l'estroso mastro birraio dalla barba bianca nella “tana” fondata da Michele Galati e ora gestita insieme ai figli Francesca, Dubel e Alex

Jef Van Den Steen, Camilla Rodella, Michele Galati e Andrea Camaschella
Due ore di degustazioni delle “chicche” del birrificio De Glazen Toren, ma soprattutto di aneddoti e curiosità estratte dalla sacca del 66enne “alchimista” belga a beneficio di una fortunata platea di appassionati bergamaschi, ma anche giunti appositamente da diverse parti del Nord Italia. 


Ad esempio, che le “bionde” belghe siano corpose, alcolicamente robuste e tendenti al dolce è storia relativamente recente, di poco meno d'un secolo (prima, nel Paese, si producevano birre che non superavano i 4 gradi, nel 1934 l'abbazia di Westmalle ha inventato una nuova birra da 9,9 gradi e l'ha chiamata “Tripel”,cambiando il corso della storia). S'è scoperto questo, o anche che 500 anni fa la birra al frumento era una prerogativa esclusiva di Bavaria e Fiandre (“Puoi produrre birra dal frumento solo quando ne hai abbastanza per mangiare”), così come s'è ricordato il fatto che il più acerrimo nemico della birra sia la luce (e, infatti, cifra di De Glazen Toren è avvolgere con la carta ogni bottiglia), 

Cinque le specialità degustate: una saison, una tripel, una double wit, l'invenzione “natalizia” Cuvée Angelique, e infine una deliziosa geuze (con immancabile aneddoto annesso: “Se ne avete in casa, fatele invecchiare e mettetele a testa  in giù, perchè a volte il gas fa saltare anche i tappi più robusti!”).

E pensare che fino a una decina d'anni fa Van Den Steen la birra non la produceva neppure: la sua attività "ufficiale" era quella di professore di matematica, anche se era già largamente noto per il suo impegno nelle vesti di scrittore di temi birrari. 

Poi la svolta professionale: e là, a Lovanio, feudo del colosso Ab-Inbev, davanti al grande stabilimento della Stella Artois c'è un piccolo pub... ma non è della Hoegaarden (si legge Hugarden) o degli altri marchi della multinazionale, proprietaria del 60% dei locali del Paese: è di Jef Van Den Steen!

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