mercoledì 25 giugno 2014

Mondiali, le nazioni più “birrofile” vanno meglio

Mentre sta arrivando in dirittura finale la prima fase dei campionati mondiali di calcio in Brasile, il verdetto del campo, anche in senso “birrario” sembra confermare lo strapotere dei Paesi con  tradizione brassicola più radicata, rispetto alle nazioni cosiddette “emergenti”.


Su tutti, Germania e Belgio, in testa ai rispettivi giorni. Le due nazioni che per antonomasia incarnano, seppur con scuole di pensiero molto diverse, la quintessenza dell'universo-birra (la prima icona della tecnica “a bassa fermentazione” con le sue lager e celebre per un “editto di purezza” dal 1516, ancor oggi attuale, la seconda invece famosa per le sue birre complesse prodotte “ad alta” e la tradizione delle abbazie e dei monaci-birrai) volano verso la fase degli scontri diretti insieme all'Olanda, altra patria mondiale del “nettare di Gambrinus” (leggendario re patrono della birra) con marchi leader internazionali del Mercato, e la Francia.

Fra i Paesi emergenti, bene sul terreno di gioco per ora anche Brasile e Messico, che negli ultimi anni hanno visto una crescita esponenziale del consumo di birra (i carioca in classifica sono al terzo posto dopo Cina e Usa con 12800 litri/anno, i discendenti dei Maya invece al sesto con 6890), e l'Argentina. Alterne fortune invece per gli stati “mediterranei”, la brutta Italia eliminata, la Spagna e la Grecia, che se sul fronte brassicolo non vantano nel Vecchio continente un blasone pluricentenario, invece nel palmares calcistico sono state negli ultimi anni assolute protagoniste.


Non brilla per ora anche il “futuro”, secondo molti analisti, del Mercato della birra mondiale, ma anche del mondo del pallone, ovvero l'Africa. Male, infatti, Ghana e Cameroun, meglio Nigeria, Algeria e Costa d'Avorio. Ma a sorprendere, fino a questo punto, è soprattutto la débacle di un'altra bandiera del concetto stesso di birra a livello internazionale, l'Inghilterra. Ai britannici pare proprio manchi birra (“ale” o “bitter” che sia) nelle gambe, questa volta: sono infatti fermi a zero punti.

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