venerdì 9 maggio 2014

#BirraioInSalotto (I) La crew del Birrifico Lambrate “okkupa” il Baladin Milano

“E' ormai superata la fase in cui la birra artigianale è considerata buona a prescindere. Che sia un fenomeno mondiale, dalla Scandinavia al Brasile, dal Giappone a Londra, è ormai assodato... ma bisognerà in futuro fare soprattutto distinzione fra chi sa fare un prodotto di qualità e chi invece no”. Ha esordito così Alessio Islaz di Baladin Milano nel presentare il quinto martedì “In salotto col birraio” nella cantina di via Solferino. E gli ospiti della serata vanno senza dubbio annoverati nella prima categoria.


Stiamo parlando della “crew” del meneghino Birrificio Lambrate, nato nel 1996 insieme a quel pugno di birrifici degli albori (insieme proprio al cuneese Baladin e al comasco Birrificio Italiano) che quest'anno, a 18 primavere di distanza, festeggiano la “maturità” (anche se lo storico locale di via Adelchi, crocevia degli studenti della vicina universitaria Città studi - che l'hanno ribattezzato nel tempo “Lo Skunky” - dopo l'avvio della produzione ha in realtà aperto i battenti un anno più tardi).

Giampaolo “Giampa” Sangiorgi
“A Milano, noi di Baladin siamo ospiti, i padroni di casa sono i ragazzi del Lambrate...”, ha messo le mani avanti il braccio destro di Teo Musso, prima di cedere il microfono al front-man del Lambrate, l'istrionico Giampaolo “Giampa” Sangiorgi. “L'idea era di fare un brew-pub – ha raccontato - Da ingegnere agrario mi sono imbattuto nel depliant di un'azienda che vendeva impianti per produrre birra e tutto è giunto a seguire... Siamo partiti in stile tedesco, quello che andava per la maggiore in quegli anni, nel tempo ci siamo poi “evoluti”: da un impianto da 150 litri, ne abbiamo installato un altro in cortile da 500... oggi ne abbiamo uno da 2000 litri al giorno e produciamo per due locali nostri e svariati clienti”. 

Con l'appoggio del padre Franco (che sarebbe poi anche diventato presidente di Unionbirrai), e con al fianco il fratello Davide, Giampaolo Sangiorgi s'è tuffato anima e corpo nell'ambiziosa avventura con al fianco anche Alessandra e Fabio Brocca, ai quali nel tempo s'è aggiunto anche il quinto socio Paolo Maran (al Baladin martedì sera c'erano poi anche il tecnico Mattia Bonardi, arrivato dall'orobico Elav, la grafica ed esperta di marketing Simona Viaroli e Cristina Mirizzi che cura la parte clienti).



“Mi ha fatto entrare in questo mondo la passione del voler fare qualcosa in gruppo, l'amore per la birra è nato in un secondo tempo... - ha confidato Alessandra Brocca, “regina” della parte amministrativa – Per noi la birra è una bevanda del popolo per far star bene le persone e abbiamo cercato di seguire questa filosofia sin dall'inizio, anche con i Festival della Birra Cruda a Cascina Monluè. Alla prima edizione del '99 ci aspettavamo quattro gatti... e invece abbiamo intasato la vicina Tangenziale Est!”.


Nel corso della serata, in sala sono state degustate uno dei “cavalli di battaglia” (dopo le mitiche Monte Stella e Ghisa), ovvero la bock “Porpora”, poi la recente pluripremiata “Gaìna” (a Rimini miglior IPA made in Italy) e la sorprendente “American Magùt”, pils “monopolizzata” da luppoli americani.

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