giovedì 3 aprile 2014

#BirraioInSalotto (I) Schigi in cattedra, il “birraio dell'anno” al Baladin Milano

Luigi D'Amelio in arte “Schigi” è stato il mattatore del quarto martedì “In salotto col birraio” al Baladin Milano. Il “birraio dell'anno” (secondo il magazine Fermento Birra) di Extraomnes, fucina di creazioni brassicole belghe in salsa varesina, ha tenuto banco per un'intera serata raccontandosi, pungolato da Alessio Islaz dello staff Baladin sotto l'occhio vigile del patron Teo Musso.

Luigi "Schigi" D'Amelio, Teo Musso e Alessio Islaz
Irriverente, sfrenato, autoironico (“da quando sono diventato “Birraio dell'anno” ho cominciato persino a usare il plurale majestatis”) Luigi D'Amelio non ha lesinato in genuinità nel raccontare gli inizi di una storia personale un po' “anomala”, come birraio “dell'ultima ondata”, fra gli ultimi ad entrare in attività (nel 2010) di un “lotto” di appassionati che in realtà aveva mosso i primi passi alla corte di Teo Musso già agli albori del movimento delle artigianali made in Italy.

“Quando ho cominciato ad interessarmi di birra, non me ne fregava nulla del produrla – ha esordito 'Schigi' - Per la verità... non è che neppure ora mi piaccia poi così tanto (Ehi, è un lavoro! È faticoso!), ma soprattutto all'epoca, venendo da una formazione da sommelier di vini, mi interessavano le degustazioni, le sperimentazioni”.

“Iniziando ad appassionarmi di birra, sono inevitabilmente finito a Piozzo (il quartier generale Baladin, nei pressi di Bra, nel Cuneense, ndr) e ho conosciuto Teo Musso e Kuaska (alias Lorenzo Dabove, fra i massimi esperti italiani). Il primo ciclo di degustazioni lo ricordo addirittura durante le caotiche partite di un mondiale di calcio... ma da allora Piozzo divenne per me 'caput mundi'. Teo e Kuaska cambiarono la mia vita: per un sommelier, attraversare le Langhe senza degnare di uno sguardo il Barolo... beh, dice tutto”.

Proprio grazie all'amicizia di Kuaska, e ai numerosi viaggi in Belgio, la visione del mondo birra di D'Amelio è cambiata radicalmente. Poi, anni a seguire, dopo aver tenuto un corso di degustazione a Legnano, l'incontro che ha cambiato ulteriormente la vita del birrofilo varesino.

“Sono stato avvicinato da due 'personaggi' che volevano convincere a tutti i costi me – che non avevo mai provato neppure un kit per la birra in casa - a 'fare la birra'. 'E' esattamente così il birraio che cerchiamo', hanno insistito... Avevano una torrefazione, in attività dagli anni Sessanta, e anche loro avevano imparato da zero. Così abbiamo cominciato in uno stanzino accanto a dove si produceva caffè, con un impiantino da 30 litri”.

Schigi con Mr Baladin
“Non sapevo da dove cominciare – ha continuato Schigi - ma 'conoscevo gente' (fra i destinatari della citazione morettiana il guru Davide Bertinotti) disposta a darmi consigli. Il primo anno è andato malissimo, ma alla sessantesima cotta ci siamo detti 'beh, questa però...' Insomma, dopo quattro anni di ricette, con proverbiale “calma varesotta”, siamo partiti. E l'anno e mezzo successivo è stato il peggiore della mia vita: ho fatto il birraio dalla A alla Z, dalla cotta al lavabottiglie”.

Pubblico in sala al Baladin Milano
Quando ancora i gruppi di Facebook e ancora prima i Forum non esistevano, D'Amelio era già fra i più attivi sui Newsgroup di settore, in particolare uno: “HobbyBirra”. 

“Avevo la fama di rompicoglioni su Internet, di conseguenza provavo un 'terrore totale' nel fare birra in prima persona e ho deciso di uscire allo scoperto (coi fucili tutti puntati) solo quando mi sono convinto di esser davvero pronto”.


E' nato così “Extraomnes”, vale a dire “Fuori tutti quelli che non c'entrano: ora tocca a me”.

L'abbraccio con Flibus Scarampola

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